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Processo “Scarface”, in appello l’accusa propone di chiudere con il concordato

Corte d'Appelo di ROMA

Potrebbe concludersi prima del previsto il processo di secondo grado a carico dei 19 imputati dell’operazione “Scarface” che a ottobre 2021 aveva portato all’arresto di numerosi componenti del clan Di Silvio 19 dei quali hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Ieri davanti alla Corte di Appello di Roma il procuratore generale Marco Ardigò, che rappresenta l’accusa, ha proposto agli avvocati difensori e ai loro assistiti il concordato, ossia l’istituto previsto dal codice di procedura penale che consente alle parti di concordare sull’accoglimento dei motivi di appello, in tutto o in parte, con rinuncia agli altri eventuali motivi e che prevede sconti di pena.

Gli imputati sono Carmine Di Silvio detto Porcellino, Antonio Di Silvio, Ferdinando Di Silvio detto Prosciutto; Fabio Di Stefano, Costantino Di Silvio detto Costanzo, Costantino Di Silvio detto Cazzariello, Manuel Agresti, Alessandro Zof,  Anna Gina Di Silvio, Alessandro Di Stefano, Simone Ortenzi, Marco Ciarelli, Simone Di Marcantonio, Riccardo Mingozzi, Salvatore Di Stefano, Daniel Alessandrini, Michele Petillo, Mirko Altobelli e Franco Di Stefano che nel processo di primo grado con rito abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma era stati condannati complessivamente a 161 anni di carcere. Ai componenti del clan a Direzione antimafia contesta a vario titolo i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Nella seconda udienza davanti alla Corte di appello è arrivata la proposta del rappresentante dell’accusa rispetto alla quale gli avvocati difensori Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Oreste Palmieri, Alessandro Paletta, Antonino Castorina, Luca Melegari, Alessandro Farau, Maurizio Forte, Giancarlo Vitelli non si sono ancora pronunciati. Comunicheranno se accettano o meno nella prossima udienza fissata per il 6 dicembre. ( Articolo Pubblicato su Latina Today)

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